Mercato del vino 2013: analisi di un terreno fertile

Il mercato del vino è sempre più attenzionato, tanto da attirare l’interesse di intellettuali (finti o veri che siano), VIP volenterosi di darsi un tono culturale, ex-manager di grandi aziende che decidono di rimettersi in gioco in questo settore, esperti di marketing e nuovi consumatori esteri che cominciano ad apprezzare i prodotti enologici made in Italy grazie soprattutto allo sviluppo di alcuni paesi.

La domanda è perché?

Un mercato in espansione netta è una buona risposta!

L’aumento del peso del 50% in 10 anni è certamente un terreno fertile per piantare interessi economici.

Inoltre il binomio vino-cultura sempre attuale pare rinvigorito di recente e tornato ancor più pesantemente di moda.

Lavoro in tempo di crisi

Migliaia di aziende, piccole e medie, popolano questo frammentato settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone impegnate in vigne, cantine, uffici, distribuzione e commercio, oltre che in settori collegati.

Ogni singolo grappolo, infatti, è in grado di attivare 18 diversi settori strettamente collegati.

Il moltiplicatore del lavoro

Questi numeri non tengono conto di un effetto che potremmo chiamare “moltiplicatore” giusto per citare J.M.Keynes che pare oramai passato di moda.

Utilizzando il concetto del grande economista in modo allargato ed adattato al settore vino riusciamo bene a spiegare che il vino “moltiplica” il lavoro andando ad attivare l’industria del vetro, quella dei tappi, la logistica, le aziende che producono accessori, cavatappi, imballaggi, formazione, consulenza, editoria, pubblicità, software e industrie che producono bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti di vinificazione come vinacce e raspi (che offrono circa 3 tonnellate di biomasse l’anno).

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Lente d’ingrandimento sul settore agricolo

In Italia ci sono circa 260 mila aziende con vigneti che impegnano 200 mila lavoratori dipendenti, dei quali 20 mila extracomunitari di 50 diverse nazionalità.

Di queste circa 22 mila vendono i propri prodotti in modo diretto, mentre le altre lo cedono come semilavorato ad altre realtà aziendali.

Esistono anche 36 mila aziende imbottigliatrici nel Belpaese che impiegano operai, agronomi, enologi, manager e tanti altri tipi di figure professionali per valorizzare prodotto altrui sotto il loro marchio.

La nascita dell’enoturismo

Il turismo del vino o enoturismo realizza circa 2 miliardi di euro di utile e muove sei milioni di turisti.

Numeri eloquenti ed in netta crescita.

In questo settore possiamo includere l’industria della cosmetica e del benessere che ha cominciato a dedicare molto interesse alla vino-terapia ed a nuovi prodotti per la cura del corpo.

Voi avete mai provato un dopobarba all’Amarone?

L’importanza (economica) della formazione

Se il mercato del vino è in crescita quello della formazione relativa al settore lo segue in modo più che esponenziale!

Dai corsi di assaggiatore, a quelli di sommelier passando per 20 corsi di laurea su viticoltura, enologia ed enogastronomia senza dimenticare i master e la formazione in ambito marketing ed economico.

Un totale di circa 500 corsi! Numeri da capogiro.

Il genio italiano

Concludiamo affidandoci al genio italiano per individuare nuove opportunità di business, nuove idee imprenditoriali e nuovi stimoli, che valorizzino questo settore in cui il nostro paese eccelle al fine di trarre profitto ed esaltare il nostro territorio.

Come dire: “utile e dilettevole”

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