Italia: il paese che uccide l’iniziativa

Ogni giorno, in Italia, una buona idea muore a causa di burocrazia, tassazione: l’espressione migliore per descrivere un altro fenomeno negativo da imputare al nostro infelice paese.

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Vi è mai capitato di avere una buona idea e di non metterla in pratica?

A chi non è successo, e pure ogni volta che ci ripensiamo la troviamo sempre eccellente!

Purtroppo nel nostro paese è facile scontrarsi contro le barriere della burocrazia, dei vincoli e della tassazione soffocante.

Sarebbe impossibile calcolare i costi, le mancate opportunità e gli effetti sull’economia e la disoccupazione che ne derivano; ma è facilmente deducibile che questo tipo di struttura non porta alcun privilegio.

Parlando con un convinto burocrata ci si accorge che l’unica argomentazione è quella di evitare situazioni anomale che possano portare a devianze dello scopo d’impresa ed all’avvento di spregiudicati speculatori.

Ecco che assieme alle idee muoiono le PMI, si sopprimono le start-up ancora nel pancione (o meglio nel cervello) dei giovani e con esse la voglia di fare, innovare e rivoluzionare incrementando così il disamore per la nazione e favorendo la fuga di cervelli.

In Italia il peso delle start-up è addirittura inferiore a paesi come Cile e Corea del Sud.

Reperire competenze, finanziamenti e vincere contro i più fortunati competitors stranieri non è per nulla semplice; perché in questo paese l’unica cosa che facciamo alla grande è complicarci la vita.

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